
Sotto-sciacquino da supermercato, ex- inguaribile romantico, sound engineer wannabe, chitarrista, bassista, batterista, tastierista, cantante (e forse nessuno tra questi), divoratore di dischi e libri, un bianconero innamorato del giuoco del pallone, un retro-gamer quando si tratta di Playstation, orgogliosamente un nerd quando si tratta di Dungeons & Dragons, manga, anime, e tutto ciò che orbita attorno, Hufflepuff da sempre e per sempre, tiratore scelto nei miei sogni (non importa se al poligono molto probabilmente non ne sono tanto convinti).
Alle peggio menti hanno da sempre consigliato di scrivere molto, di tenere un quaderno, un diario, dove ci possa finire dentro qualsiasi cosa.
Non potevo chiamarmi fuori.
Scrivo quando capita, come capita, e di quello che capita.
Scrivo come se stessi parlando, come se stessi raccontando ricordi, momenti, sensazioni, esperienze e conversazioni.
Scrivo come se non avesse nessuna importanza.
Scrivo come se fosse di vitale importanza.
Scrivo come se nessuno mi leggesse.